A
Giacomo MAGGIO
Nel giorno della festa di commiato
Non insistete più, per cortesia,
lasciatemi godere questa festa.
L'ho scritto qualche verso di poesia,
però di recitar non ho la testa.
Esausto e stanco per il lungo viaggio
son qui solo per festeggiare Maggio.
Non spetta certo a me di decantare,
di Giacomo, le gesta e le bravate,
se aveva voglia o no di lavorare,
ligio al dovere o simili cazzate.
Son cose che van dette in occasione
della quiescenza e della pensione.
Ma ciò che conta qui,
nel nostro Regno,
è la sincerità e l'amicizia:
reciproco rispetto, senza impegno,
mai farsi dominar dalla pigrizia.
Basta far ciò, per essere adeguato,
alla vita che mena il pensionato.
E Giacomino tutte le possiede,
per sua natura e per convincimento,
le qualità che nuova vita chiede.
Perciò, senza nessun ripensamento,
ti do il benvenuto in mezzo noi,
dove perverran tutti, prima o poi.
Ed ora, insieme a tutti questi
amici,
ti auguriamo beni d'ogni sorta;
a lungo tu vivrai anni felici,
pensando che mai più sarai di scorta.
Pensa anche a noi e non dimenticare,
le lunghe passeggiate al lungomare!
Igino Di Tommaso
|